(Trascritto dall’articolo).
Per fronteggiare la “pandemia” mondiale di malattie croniche le organizzazioni sanitarie pubbliche sono chiamate ad una ristrutturazione gestionale per adeguarsi ad un panorama epidemiologico e ad un contesto sociale mutati rispetto a quelli della prima riforma sanitaria. L’approccio biomedico riduzionistico, funzionale alla cura di eventi acuti in contesti ospedalieri ad elevata intensità tecno-specialistica ed organizzativa, deve essere affiancato da un approccio complementare alle patologie croniche, di carattere multidimensionale bio-psico-sociale e culturale; la differenziazione sistemica si traduce nello spostamento del baricentro verso l’assistenza primaria, promosso dalla Missione 6C1 del PNRR, che presuppone il riconoscimento della complessità “olistica” della rete sociosanitaria territoriale a dimensione orizzontale. L’articolo propone una cornice culturale per la gestione della cronicità che fa propri alcuni contributi delle medical humanities, dall’antropologia medica all’economia sanitaria, dalla sociologia all’epistemologia della pratica.