(trascritto dall’articolo).

Negli ultimi anni, e soprattutto dopo la pandemia da COVID-19, è diventato cogente il tema relativo allo sviluppo di competenze specialistiche nelle professioni sanitarie. L’evoluzione scientifica e tecnologica della sanità, le trasformazioni demografiche ed epidemiologiche della popolazione, la sempre maggiore complessità organizzativa e gestionale del sistema sanitario nazionale e regionale ha fatto sì che, all'interno delle professioni della salute, sia emersa la necessità di istituire ruoli di coordinamento e dirigenza. Le norme che regolamentano la figura del dirigente delle professioni sanitarie non ne approfondiscono funzioni e ruoli all’interno delle aziende, facendo sì che questi assumano caratteristiche molto diverse a seconda delle varie realtà. Altra fonte di variabilità risiede nella riforma del Titolo V della Costituzione, che delegando alle Regioni aspetti cardine in materia sanitaria, ha comportato diversità organizzative anche per quanto riguarda la dirigenza delle professioni sanitarie. Come ultimo elemento da considerare, c’è il fatto che il rinnovamento dei Servizi sanitari è un argomento centrale del dibattito politico e scientifico, emerso ancora più prepotentemente dopo la crisi pandemica. In questo senso, la Regione Marche con la L.R. 19/22 si è posta l’obiettivo strategico di riformare il quadro organizzativo della sanità del proprio territorio. Il presente lavoro analizza i risvolti che il nuovo quadro normativo regionale ha determinato nell’ambito della dirigenza delle professioni sanitarie (e di area riabilitativa) e, sulla base del confronto con assetti organizzativi di altre regioni, formula una proposta per strutturare la dirigenza delle professioni sanitarie e di area riabilitativa all’interno delle neocostituite AST