Cari colleghi, quasi un terzo di noi subisce aggressioni nell’esercizio della professione, e molti sono quelli che neppure denunciano, per rassegnazione o peggio per timore di ulteriori problemi. Di fronte a questo fenomeno, abbiamo ripetutamente richiesto non solo la riattivazione dei presidi di pubblica sicurezza negli ospedali, ma anche che si potesse ottenere per i sanitari – anche i medici soffrono questa piaga – la qualifica di pubblico ufficiale, e in tal modo rendere più certa la pena per gli aggressori.
I nostri ripetuti appelli sono stati almeno parzialmente ascoltati. Il Governo, con il decreto legge 34 del 31 marzo 2023 ha infatti predisposto una modifica dell’articolo 583quater del codice penale, in base al quale la pena per il reato di lesioni è aggravata se la persona offesa è esercente una professione sanitaria nell’esercizio delle sue funzioni.
È vero: le cause profonde di questo stato di tensione sono la eccessiva pressione sugli Ospedali, e la mancata o insufficiente attivazione di presidi sanitari territoriali più snelli e proattivi.
Ma anche una più puntuale previsione di pena per chi delinque, assieme ad una migliore azione di prevenzione da parte delle Forze dell’ordine, rientra certo fra le misure urgenti da adottare.
Prendiamo atto che il nostro allarme e la nostra richiesta non siano cadute nel nulla.
Il presidente
Maurizio Zega