Con Matilde Napolano, scomparsa per un improvviso e veloce male, non ci ha lasciato solo una storica consigliera dell’Ordine. Con lei, è andato via un pezzo storico della comunità infermieristica romana. Perché Matilde c’era sempre per tutti, con il suo sorriso dolce e la mano protesa al saluto. Con le sue cartelline, i fogli firma, i gadget da distribuire, una parola amichevole per ciascuno. Tanto che, un po’ alla volta, era diventata semplicemente “zia Matilde”, una di famiglia.
Presenza tenera, pregevole, era fra le “signore” dell’Infermieristica capitolina.
Nata a Roma il 1° agosto del 1943, consigliera per undici trienni; membro della Commissione biblioteca dalla sua costituzione (2006) fino al 2020 e del Progetto ILISI; tesoriera dell’Associazione Infermieristica Transculturale (AIT) dal 2008; ha continuato un’intensa attività di Coordinamento didattico per l’OPI di Roma, soprattutto per quanto riguardava i corsi di formazione di lingua inglese per gli infermieri; dal 2014, nella Segreteria di redazione dell’house organ “Infermiere Oggi”.
Nel 1981 divenne per la prima volta consigliera presso il Collegio con la presidente Irma Ballabio, già direttrice della Scuola Infermieri del Policlinico Gemelli, scuola Armida Barelli, poi Direttrice della scuola DAI, quando la sede era costituita da due stanzette in corso Vittorio Emanuele, e gli iscritti erano circa 3.000 (oggi, sono più di 34 mila, in viale Giulio Cesare).
Si diploma infermiera dopo aver frequentato il biennio alla “Scuola convitto per Infermiere San Giuseppe di Roma” al Trionfale dove entrò diciottenne e presso cui la madre, Antonietta, era cuoca.
Una scelta desiderata a cui attribuiva la sua formazione e la sua crescita umana e culturale.
Il suo libro preferito? “Gli angeli della notte” di Archibald J Cronin; il suo mantra? “Ogni cosa al suo posto, un posto per ogni cosa!”. La sua raccomandazione ai giovani infermieri? Di non delegare la cura e l’assistenza del paziente, perché solo restandogli accanto si realizza davvero lo spirito originario della Professione.
Cominciò a lavorare subito, nel 1965, nel “Centro Prevenzione Tumori”. Per amore, dal ‘72 al ’74, si spostò a Modena, presso l’Ospedale civile. Più tardi, nel 1975, tornò a Roma e cominciò a lavorare presso il poliambulatorio di via San Martino della Battaglia.
Ha partecipato attivamente a tutti i cambiamenti epocali dell’Infermieristica italiana negli ultimi 40 anni: in pratica, Matilde Napolano ha vissuto in prima linea tutte le riforme del nostro Sistema Sanitario Nazionale.
Alla sua famiglia va oggi il cordoglio dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma.
I funerali si terranno sabato 18 settembre, alle ore 14:30, presso la Chiesa Santa Maria delle Grazie (zona Ospedale Oftalmico).