Si conclude con successo l’intervento sostenuto anche dalla Fondazione Insieme per Vita agli Anni e da Opi Roma
L’ Anlaids (sezione laziale) ha promosso, per l’anno scolastico 2017/2018, un progetto di intervento rivolto agli studenti delle Secondarie di Secondo Grado della città di Roma, Latina e Viterbo mirato alla prevenzione dell’infezione da HIV e delle altre Infezioni Sessualmente Trasmissibili. La gestione degli interventi del Progetto è stata affidata ad un’equipe costituita da operatori, medici, psicologi, biologi, infermieri e volontari opportunamente formati. Ogni istituto ha aderito con circa 10/15 classi. L’età dei ragazzi è compresa tra i 14 e i 19 anni a seconda delle classi inserite nel Progetto. In tutto sono stati svolti oltre 300 interventi di due ore ciascuno con la presenza di esperti. Periodicamente sono stati svolti incontri di supervisione con gli stessi operatori.
È stato portato avanti l’inserimento dei dati raccolti con la somministrazione dei pre e post test con l’obiettivo di fissare i dati raccolti attraverso il questionario somministrato agli studenti prima degli incontri al fine di rilevare le conoscenze relative all’argomento e per permettere di mettere a punto strategie di intervento mirate. Con i post test abbiamo cercato di rilevare oltre al gradimento degli incontri, le informazioni apprese durante la formazione. Alcuni operatori sono stati perciò addestrati ad immettere i dati su di una piattaforma online opportunamente creata per ridurre al minimo gli errori di inserimento per poi una volta terminata l’operazione poter essere processati e attuare così un’analisi statistica. I dati sono stati processati mediante software creato appositamente; è stata introdotta una nota metodologica utile nella comprensione della lettura dei dati che ci ha consentito di rilevare alcuni punti salienti come di seguito.
L’indagine ha evidenziato importanti limiti nelle conoscenze sulle modalità di trasmissione del virus e di protezione individuale, soprattutto negli istituti tecnici e nelle scuole professionali. Persiste, per quanto in calo rispetto agli anni passati, una significativa percentuale di studenti che dichiara di non aver mai sentito parlare di HIV/AIDS. Significativamente più a rischio di non disporre di alcuna informazione sono i ragazzi con uno o entrambi i genitori stranieri e indipendentemente dal fatto che siano nati in Italia o meno. In incremento, rispetto al passato, le conoscenze nelle scuole oggetto di interventi ripetuti, probabile effetto di un ‘contagio positivo delle informazioni’ e di un’educazione tra pari. Dei 54 Istituti coinvolti, buona parte sono concentrati in zone di periferia. L’età media dei ragazzi che hanno compilato il questionario era di 17 anni; il 51% erano di sesso femminile. Tra gli studenti che dichiara di non aver mai sentito parlare di HIV/AIDS prima dell’intervento in corso, raggiunge il 3,1% nelle femmine e 5,5% nei maschi.
Come fonte di informazione su HIV/AIDS, la scuola viene citata dal 67,5% dei ragazzi. La televisione è al secondo posto (62,7%), la famiglia solo al terzo (indicata solo dal 37%). Al quarto posto viene internet (34,8%), seguita dai giornali (22,1%). Gli amici sono solo all’ultimo posto (15,6%) con un trend decrescente nel tempo. Scuola ed internet vengono riconosciute come fonte d’informazione con un trend crescente nel tempo. Non così la famiglia, che però è considerata come fonte d’informazione più dalle femmine che dai maschi, mentre i maschi fanno riferimento ad amici, giornali e internet più delle femmine. Una percentuale non trascurabile di ragazzi (il 20% dei maschi e il 17% delle ragazze) non ha però idee chiare su come proteggersi e sull’uso del preservativo.
Riguardo le altre infezioni a trasmissione sessuale, molti studenti ne conoscono l’esistenza soprattutto per quanto riguarda l’infezione da HPV, sifilide ed epatiti, ma una percentuale significativa di studenti, in maggioranza maschile, non conosce bene le modalità di contagio e di prevenzione. Per quanto riguarda l’HPV, negli incontri in classe è poi emerso che l’esistenza del vaccino ha permesso a molti di venirne a conoscenza pur ammettendo di ignorare in gran parte in cosa consiste e a cosa può portare l’avvenuto contatto con i vari ceppi.
Dall’analisi dei pre-test risultano altri dati rilevanti. Il 75% dei ragazzi ha indicato il sangue come unica via di trasmissione dell’HIV. Il 38.3% dei ragazzi ha indicato il bacio come via di trasmissione dell’HIV. Il 22.7% dei ragazzi ha indicato la pillola anticoncezionale come mezzo per proteggersi dall’infezione da HIV. Il 46.7% dei ragazzi non ha indicato il rapporto ora-genitale tra i comportamenti a rischio. L’81% degli studenti ritiene a rischio di altre infezioni sessualmente trasmesse un comportamento sessuale, se non si usa correttamente il preservativo. L'80% ha espresso preoccupazioni riguardo al sesso, in primo luogo una gravidanza indesiderata seguita da un'infezione a trasmissione sessuale; una piccola percentuale di ragazzi ha espresso la sua preoccupazione in merito al fatto di non sentirsi adeguati.
Gli incontri In/formativi hanno rappresentato lo spazio dove poter affrontare tutti questi temi e particolare attenzione è stata posta alla precocità dei rapporti sessuali e alla scarsa percezione del rischio. È stato messo in evidenza come comportamenti sicuri, sani e responsabili nelle relazioni intime siano fondamentali nella crescita e nella vita. Dal confronto fra pre e post test, è stato valutato l’apprendimento su HIV/AIDS dei ragazzi a seguito degli incontri base.
In particolare, il 92.1 % dei ragazzi ha compreso che il sangue non è l’unica via di trasmissione dell’HIV. Il 94.5% dei ragazzi non ha indicato il bacio come veicolo di contagio. Il 96.5% dei ragazzi non ha più indicato la pillola anticoncezionale come mezzo per proteggersi dal contagio. Il 79.9% dei ragazzi ha indicato i rapporti oro-genitali tra i comportamenti a rischio. Il 96% degli studenti ritiene a rischio di altre infezioni sessualmente trasmesse un comportamento sessuale, se non si usa correttamente il preservativo.
All’interno del Progetto Scuole, è stata attivata in parallelo una sezione peer education, in collaborazione con il CONI e con lo scopo di coinvolgere gli studenti in prima persona attraverso attività laboratoriali e di In/Formazione mirate dal titolo “Scendiamo in campo contro l’HIV”.
Il progetto si è avvalso della metodologia della Peer Education, basata principalmente sull’attivazione di percorsi di apprendimento e di conoscenza in grado di incidere a cascata nel contesto sociale di riferimento attraverso le abilità e le competenze sviluppate dai giovani leader formati da una equipe multidisciplinare messa a disposizione sempre da Anlaids Lazio.
Il gruppo era formato da 23 giovani Studenti del Liceo delle Scienze Umane Benedetto da Norcia, Classe 3DU, seguito da: due tutor (medico e psicologo) che hanno seguito e supervisionato tutte le attività In/Formative; uno psicologo rappresentante del Coni che è stato l’anello di congiunzione tra Anlaids e il Coni stesso sulla scelta di veicolare il messaggio di prevenzione attraverso lo Sport che ha rappresentato per il gruppo per un binomio vincente per divulgare messaggi inerenti la salute; due video maker.
Dagli interventi è emerso un differente grado di interesse e di partecipazione dei ragazzi, e una differente necessità di esprimersi ed essere ascoltati, oltre all’essere informati. Partendo dal presupposto che “educare” significa prima di tutto “tirare fuori” ovvero stimolare un interesse assecondando le risorse e le capacità personali, con appropriate modalità di apprendimento, siamo soddisfatti che il percorso continui nel suo svolgimento e siamo certi che dovrà essere alimentato nel tempo con integrazioni ed ulteriori eventi, come la potenziale crescita di una piantina necessita di attenzione e cure costanti.
Di seguito il link del video realizzato nell’ambito del progetto: https://www.youtube.com/watch?v=m0DGaXr7lOo&feature=share